SUBLIMI ANATOMIE: COME SI OSSERVA IL CORPO UMANO?
In mostra al Palazzo delle Esposizioni una selezione di oggetti e documenti che indagano sul corpo osservato e il corpo che osserva innestandosi alle ricerche artistiche contemporanee.
Con “Sublimi Anatomie” s’intende recuperare l’importanza conoscitiva e critica dell’osservazione del corpo umano. Una pratica multiforme e dalla storia secolare che coinvolge in primo luogo i sensi, come la vista e il tatto, ma anche tecniche, strumenti e tecnologie.
D’altronde l’anatomia è una materia che oltrepassa i rigidi confini di arte e scienza; nasce come disciplina scientifica, che fin da subito fa ricorso agli artisti per collezionare immagini dei propri studi.
Tra i tanti, sono presenti le opere di Dennis Oppenheim, Gary Hill, Ketty La Rocca e Marisa Merz. Tre cere anatomiche settecentesche, recentemente restaurate, che non avevano mai lasciato la collezione “La Specola” del Museo di Storia Naturale di Firenze prima d’ora.
Nel disegno, nella scultura, nella multimedialità e nella performance la direzione è quella di valorizzare la fisicità e la realtà materiale del corpo, senza però ignorare la rilevanza delle macchine che sembrano poterne esplorare i dettagli meno visibili e i funzionamenti più complessi.
Sublimi Anatomie si sviluppa intorno alla ricostruzione dell’anfiteatro di morfologia de l’École Nationale Supérieure des Beaux Arts di Parigi, che accoglie al suo interno l’antico teatro anatomico di fine Settecento, a sua volta ispirato dai teatri anatomici italiani come quello di Padova (1595), o di Bologna (1637).
Partendo da questa suggestione, la rotonda di Palazzo delle Esposizioni diventerà un vero e proprio atelier dedicato al disegno dal vero che, sostituendo i modelli viventi ai cadaveri, intende restituire dinamicità all’osservazione diretta, come strumento analitico capace di suscitare dinamiche di attivazione dell’occhio, della mano e del corpo.