21 ottobre 2015
CATEGORIA: CuriositArte

Le 4 morti più celebri del misterioso “CLUB 27”

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Non è sicuramente un club di cui probabilmente vorreste far parte, poiché gli iscritti sono già tutti “deceduti”, condizione essenziale per essere soci.
Il Club 27 è l’espressione coniata dai giornalisti per indicare tutte le rockstar morte a 27 anni. C’è anche chi ha parlato di una maledizione legata non solo all’età, ma anche alle iniziali, la maledizione del “J27”: i primi quattro grandi artisti che hanno fatto parte del club sono stati Brian Jones, Jimi Hendrix, Janis Joplin e Jim Morrison, morti tutti nel giro di due anni alla stessa età e legati della lettera J.
Le circostanze dei decessi, causati dell’abuso di droghe e farmaci o a condizioni mai del tutto chiarite, hanno alimentato questo falso mito. Come sono morti quindi i primi membri del Club 27?

 

Brian Jones (1942 - 1969) of the group The Rolling Stones playing a harmonica with one hand and clutching a guitar in his other. (Photo by Chris Ware/Getty Images)

(Photo by Chris Ware/Getty Images)

 

Brian Jones (deceduto il 3 luglio 1969): uno dei fondatori dei Rolling Stones, fece uso di cannabis, cocaina e Lsd, ma ebbe anche grossi problemi con l’alcool. Fu trovato annegato ad Hartfield, in Inghilterra, nella sua piscina di casa. Il rapporto del coroner parla di morte per incidente, sottolineando come il cuore e il fegato fossero stati pesantemente compromessi dall’abuso di alcool e droghe. La moglie sin da subito non credette che fosse stato un incidente: mentre la salma veniva ripescata, continuava a urlare e sostenere che fosse ancora vivo, poi accusò Frank Thorogood della morte del marito, un costruttore che si trovava in casa loro per rinnovarla, l’ultima persona ad aver visto Brian in vita. La leggenda (perché non è un fatto provato) vuole che Frank Thorogood abbia confessato in punto di morte a Tom Keylock, autista dei Rolling Stones, di essere stato lui il responsabile della morte di Brian Jones.

 

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Jimi Hendrix (morto il 18 settembre 1970): probabilmente il miglior chitarrista della storia, esempio moderno di genio e sregolatezza. Fu trovato senza vita nell’appartamento che aveva affittato al Samarkand Hotel, al 22 di Lansdowne Crescent a Londra. La polizia dichiarò che l’artista morì durante la notte, ma la ragazza di Hendrix, tale Monika Dannemann, riferisce di come abbiano chiacchierato amabilmente fino alle 7 del mattino e di averlo trovato, dopo le 10.30, riverso in una pozza di vomito, causato da un cocktail di alcool e tranquillanti. Secondo una delle versioni della morte data dalla Dannemann, Hendrix all’arrivo dei soccorsi sarebbe stato ancora vivo, ma i paramedici non si sarebbero adoperati per fare tutto il possibile per salvarlo, quindi potrebbe essere soffocato durante il trasporto in ospedale a causa del vomito, in assenza di un supporto adeguato sotto la sua testa.

 

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Janis Joplin (deceduta il 4 ottobre del 1970): la morte fu causata da overdose di eroina, la meno misteriosa dei decessi del club J27. Il cadavere fu rinvenuto nella stanza di un motel di Hollywood, ben 18 ore dopo il decesso, con il viso riverso sul pavimento, con fuoriuscite di sangue, ormai coagulato, da naso e bocca. La posizione del corpo, incastrato fra il comodino e il letto, evidenziò la mancanza di qualsiasi riflesso teso a evitare l’ostacolo. Il corpo dell’artista fu cremato a e le sue ceneri furono sparse nell’oceano Pacifico.

 

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Jim Morrisson (morto il 3 luglio 1971): trasferitosi a Parigi per dedicarsi alla poesia e alla disintossicazione dall’alcol, fu ritrovato senza vita in casa dalla moglie, dentro la vasca da bagno. Non fu mai eseguita alcuna autopsia, questo è il vero mistero: ufficialmente la causa di morte nei referti medici è “infarto”. I complottisti a questo punto si dividono: c’è chi dice che in realtà sia morto dopo un overdose di eroina (infatti spesso chi si trova in questo stato viene portato nella vasca da bagno per riprendersi); c’è chi sostiene che in realtà abbia inscenato la sua morte, con la collaborazione della moglie Pamela, per sottrarsi alle pressione dei mass media e ricominciare una nuova vita. Ci troviamo sicuramente davanti la morte più misteriosa avvolta da circostanze fumose e dubbie, conoscendo i precedenti legati ad abuso di dorghe a all’alcolismo, perché nessuno pensò che fosse necessaria l’autopsia?

Queste sono le storie dei primi quattro membri del Club J27, che sarebbe poi diventato il Club 27 con il triste ingresso di altri grandi artisti, come Alan Wilson, Kurt Cobain, Amy Winehouse e molti altri.
Qual è la verità quindi? Sono morti dovute a una maledizione? A un complotto della Cia per eliminare artisti controversi dalla scena? Oppure il risultato di una vita di eccessi, senza mezze misure?

Articolo scritto da:
Alessio Scalzo

Alessio Scalzo

Cresciuto ad Agrigento, milanese dal 2009. Laureando in Lettere Moderne, esperto di editoria, dal 2015 attraverso Arte Rivista muove i suoi primi sicuri passi nel mondo dell'arte.
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