130 anni di Man Ray, omaggio al rivoluzionario artista

Arte Rivista – Montparnasse
“Non curante, ma non indifferente” ammonisce, nel cimitero di Montparnasse, l’epitaffio sulla tomba di Man Ray, scomparso a Parigi esattamente 44 anni fa, il 18 novembre del 1976.
Ed in effetti questo eclettico, rivoluzionario artista con bastone e bombetta, che fece del cortocircuito creativo di forme e significati un’opera d’arte, fu davvero una grande sperimentatore in un’epoca in cui nuovi temi e materiali facevano il loro ingresso in campo artistico.
Il merito più grande di Man Ray è forse quello di aver saputo reinventare ogni soggetto fotografato -dai ritratti ai nudi, dalla natura morta alla fotografia di moda – caricandolo di un senso proprio, creando un mondo onirico, tassativamente in bianco e nero.
A lungo Man Ray cercò di nascondere i dettagli della sua vita prima di diventare un artista. Il suo vero nome era Emmanuel Radnitzky, era nato il 27 agosto del 1890 a South Philadelphia, in Pennsylvania, da una famiglia di immigrati russi ebrei. Quando aveva 7 anni la famiglia si stabilì nel quartiere di Williamsburg, a New York, e nel 1912 cambiò il cognome in Ray; Emmanuel, che era soprannominato Manny, cambiò successivamente il nome in Man. Il padre gestiva una piccola sartoria in cui lavorava anche la madre che, secondo alcuni critici, influenzò il lavoro di Man Ray, come nei collage e in alcune tecniche pittoriche. Nel 1915 il collezionista d’arte Walter Conrad Arensberg lo presentò al francese Marcel Duchamp, di cui divenne grande amico; insieme, e con altri artisti, fondarono la Society of Independent artists, che organizzava ogni anno mostre collettive d’avanguardia.
Il resto è storia, Man Ray arriva nella Ville Lumière nel 1921.Si dedica in un primo momento al ritratto mondano, passando presto dalla mondanità alla moda.
Il suo primo contatto nel mondo della moda è Paul Poiret, ma in breve a cercarlo saranno star, prima tra tutte Coco Chanel.
