#TorinoFilmFestival: The Assassin di Hou Hsiao-hsien
Arte Rivista – Torino
Presentato alla scorsa edizione del Festival di Cannes, dove ha ottenuto il Premio per Miglior Regia, The Assassin (Nie Yinniang il titolo originale) di Hou Hsiao-hsien arriva finalmente, dopo una lunga e trepidante attesa, in anteprima italiana per la sezione Festa Mobile della trentatreesima edizione del Torino Film Festival.
A sette anni dal suo ultimo lungometraggio, il maestro e regista della nouvelle vague taiwanese torna dietro la macchina da presa per un’opera ambiziosa (15 milioni di dollari il budget) ed esordio, in una filmografia decennale, nel genere cinematografico wuxia, un genere che, come quello ninja e gongfu, incentra la narrazione attorno alle figure di eroi ed eroine della tradizione cinese (si pensi a film come La Tigre e il Dragone di Ang Lee, Hero e La Foresta dei Pugnali Volanti di Zhang Yimou o ancora The Grandmaster di Wong Kar-wai).
«Ho conosciuto e amato i chuánqí (i racconti meravigliosi dell’opera cinese, ndr) della dinastia Tang quando ero al liceo e all’università e ho sognato a lungo di trarne dei film. The Assassin è ispirato a uno di questi, Nie Yinniang, da cui ho preso l’idea drammatica di base. La letteratura di quel periodo è piena di dettagli di vita quotidiana, e in tal senso potrebbe essere definita realista. Ma per il film mi serviva di più, quindi ho passato molto tempo a leggere racconti e storie per familiarizzare con il modo in cui la gente mangiava e si vestiva nel nono secolo. Sono stato attento ai più piccoli dettagli».
Anno 809, rapita alla tenera età di 10 anni ed iniziata alle arti marziali che l’hanno forgiata e resa un’assassina senza eguali nell’impero, Nie Yinniang (interpretata da Shu Qi) ritorna ormai donna nel proprio villaggio natio con la missione di eliminare il dissidente governatore militare di Weibo, Lord Tian Ji’an (Chang Chen).
Ma se la parentela tra Nie e Tian ci viene svelata fin dai primi minuti, altri segreti rendono esitante la giovane donna che farà fronte alla scelta ultima tra il dominio della spada con il cuore e la consacrazione al sentiero dell’assassino.
«Your skill is matchless, but your mind is hostage to human sentiments».
Valicando e rompendo gli stilemi del genere, The Assassin prende le distanze dal classico film action di arti marziali e, per quanto presente, la violenza non rappresenta mai una fonte di piacere quanto piuttosto un oggetto di contemplazione, spesso sotratto allo spettatore con stacchi nel pieno dello svolgimento dell’azione (il che risulterà forse più frustrante per gli amanti del genere nel senso stretto del termine).
Nie Yinniang non risulta neppure riconducibile all’archetipo dell’eroina femminile (si pensi ad esempio ai molteplici personaggi interpretati dall’attrice Zhang Ziyi) ma si impone, con un’algida ed imperturbata bellezza, come una presenza assente che si muove indisturbata per i saloni e i palazzi regali di Weibo.
Le musiche di Lim Giong, valse alla pellicola un Premio per la Miglior Colonna Sonora a Cannes, instaurano un ritmo e una tensione bilanciata da un montaggio fluido e coreografico che accompagna i personaggi in lunghe e contemplanti sequenze. La fotografia infine è stata curata da Mark Lee Ping Bin che, dopo un prologo girato in bianco e nero, catapulta gli spettatori nell’universo immaginifico e pittorico (risaltato ulteriormente da un formato 4:3) di The Assassin.