#TorinoFilmFestival: Operation Avalanche di Matthew Johnson

1967: l’apice della Guerra Fredda. La CIA sospetta che una spia russa, all’interno della Nasa, stia sabotando il programma Apollo. Due agenti vengono dunque inviati sotto copertura, nelle vesti di filmmakers alle prese con un documentario sulla grandiosa spedizione nello spazio. Quanto scopriranno potrebbe andar ben oltre la presenza di spie sovietiche. Il loro stesso Governo potrebbe nascondere un segreto su Apollo che se svelato ridefinirebbe l’intero decennio.
Acclamato dalle platee del Sundance Film Festival, Operation Avalanche di Matthew Johnson esordisce sugli schermi del Torino Film Festival, per la sezione After Hours. Un mockumentary in foundfootage che si protrae indugiante tra la commedia irriverente e il thriller complottistico, ovviamente con un giusto pizzico di paranoia.
Rintracciamo molti di quei tòpoi gia presenti nell’opera precedente The Dirties (2013): citazioni cinematografiche (con i poster di Lolita e 8 ½ che tappezzano le pareti dell’ufficio dei due protagonisti e che contribuiscono a fornirci un ulteriore contestualizzazione storica della vicenda) e puro metacinema con i riferimenti alla celebre teoria del complotto lunare e le sospette riprese dell’allunaggio realizzate in studio niente di meno che da Stanley Kubrick.
Lungi dal porre allo spettatore un interrogativo sulla verità dietro alle celebri parole pronunciate da Neil Armstrong sul suolo lunare, Matthew Johnson prosegue quella rara e audace impresa di commistione tra finzione e realtà, riuscendo ad intrattenere il pubblico tra inseguimenti da cardiopalma e gag irriverenti.
