22 novembre 2016
CATEGORIA: Cinema

#TorinoFilmFestival: Christine di Antonio Campos

Christine

In linea con la politica di Channel 40 volta a garantirvi immagini esclusive di sangue e viscere, ed a colori, ora assisterete ad un primo tentativo di suicidio“. Con queste ultime parole, nella mattina del 15 luglio 1974, la conduttrice di una piccola emittente televisiva americana, Christine Chubbuck, anticipava il proprio suicidio in diretta televisiva.

Dopo aver ispirato Sidney Lumet per il capolavoro del 1976, Quinto Potere (valso l’Oscar postumo a Peter Finch) gli ultimi minuti di vita di Christine Chubbuck diventano a distanza di 42 anni fonte di ispirazione per il nuovo lungometraggio di Antonio Campos, Christine, presentato in anteprima italiana al Torino Film Festival nella principale sezione competitiva. Ad affiancare il lungometraggio di finzione, figura all’interno del programma della trentaquattresima edizione del festival (per la sezione Festa Mobile) Kate plays Christine, insolito e disturbante documentario incentrato sulla figura di un’attrice, scritturata per interpretare un biopic sul personaggio di Christine Chubbuck.

Christine

Fin dal principio, volevo mostrare una certa ambizione in Christine“, spiega Campos. “Ho sempre voluto mostrare in Christine un ossessione rivolta a come poter divenire una migliore giornalista. Volevo che il pubblico dimenticasse come il film fosse la storia di una donna che compie un suicidio. Lei non sa che arriverà al punto di togliersi la vita. Pertanto era importante per me, dall’inizio del film, che avesse un diverso tipo di energia“.

Dopo l’esordio cinematografico con Afterschool e il seguente Simon Killer, il cineasta Antonio Campos torna ad indagare la psiche umana nelle sue più intense ed estreme manifestazioni cliniche attraverso una rappresentazione maniacale nei dettagli, che ci riporta nostalgicamente nel pieno degli anni 70.

Christine (interpretata da una sensazionale e perfettamente calata nel ruolo Rebecca Hall), è una giornalista di una piccola emittente televisiva di Sarasota disposta a tutto pur di affermarsi in campo lavorativo. Ma i suoi sono servizi e reportage impegnati che pongono l’attenzione a tematiche sociali, e questo la pone spesso in conflitto con il datore di lavoro Michael (Tracey Letts), che indirizza l’emittente ad un giornalismo sensazionalistico ed alla news quale forma di intrattenimento per il pubblico. Un malessere ed una frustrazione nutriti anche da una sfera privata non particolarmente soddisfacente tra i continui conflitti con la figura materna Peg (J. Smith-Cameron), con la quale condivide un claustrofobico appartamento, ed una cotta per il collega, e capo conduttore, George Peter Ryan (Michael C. Hall), fonte per lei di ulteriore stress emotivo.

Complici forse i risultati fallimentari di un’estrema ambizione e di un amore non corrisposto, Antonio Campos tenta di rintracciare le motivazioni che portarono Christine Chubbuck al gesto estremo in un oscuro e tragico ritratto psicologico.

Articolo scritto da:
Alex Zambernardi

Alex Zambernardi

Nato a Magenta nel lontano 1991, nel 2015, conclusa una triennale nell'ambito della comunicazione, sopraffatto dalla passione cinefila intraprende la laurea magistrale in Cinema e Media presso l’Università degli Studi di Torino. Su Arte Rivista si occuperà di raccontare il meraviglioso mondo della settima arte.
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