11 aprile 2016
CATEGORIA: Arte Italiana

miart16, premio Rotary a Francesco Jodice

francesco jodice miart16

Arte Rivista – Milano


Domenica 10 aprile presso lo spazio Miart Talks della Fiera d’arte contemporanea Miart di Milano è avvenuta l’assegnazione della VIII edizione del “Premio Rotary Club Milano Brera per l’Arte Contemporanea e i Giovani Artisti”.
Quest’anno per l’assegnazione del premio – dedicato al rapporto tra «Arte e politica: impegno sociale e civile» – sono stati selezionati sette artisti:
bloom
1) Barbara Bloom con “Works for the Blind”, un’opera in tecnica mista con foglia d’oro e testo in braille. La frase in braille, che recita “l’oro è soltanto una superficie”, è anche stampata a parole ma con un carattere minuscolo. Le immagini e i testi fanno riferimento alla difficoltà di vedere le cose per quello che sono realmente: i vedenti potranno infatti osservare la fotografia ma la maggior parte non percepirà il senso del testo, troppo piccolo da leggere; i non vedenti, invece, potranno leggere il testo (il plexiglass è tagliato in corrispondenza del testo in Braille, che può essere toccato), ma non potranno osservare la fotografia. L’unica cosa chiara è che ognuno di noi è cieco. La ricerca dell’artista è da sempre il legame tra visibile e invisibile, presenza e assenza.
2) Damir Očko con “Il terzo grado”, un film che esplora attraverso il susseguirsi di primi piani, cicatrici dovute a ustioni di terzo grado. Le immagini sono filmate attraverso un’installazione di specchi rotti che, riflettendo anche il backstage, in cui si vede la troupe che filma, svela ciò che è abitualmente nascosto, rafforzando la nostra posizione sia di testimoni che di attori del complesso mondo di oggi. Il termine “terzo grado” ha inoltre una duplice valenza: indica un’ustione molto grave ma anche il processo di estorsione di informazioni, in una critica sul controllo sociale e le relazioni tra le risorse produttive.

 

Kwade

3) Alicja Kwade con “GoldVolks”, un’opera consistente nella lista dei 97 Paesi del mondo in ordine per quantità di riserve d’oro. L’elenco riporta anche il numero di abitanti per ogni paese ed è rappresentato da una collana con un pendente d’oro a cubetto, ciascuno di una dimensione proporzionale allìampiezza della sua riserva, rendendo così visibile la differenza di ricchezza tra paesi. Un progetto che scava quindi nelle convenzioni sociali, nei taciti accordi tra paesi e nei codici culturali.

 

jodice
4) Francesco Jodice con”What we want”, un dittico fotografico che rappresenta un terreno messicano che il governo ha voluto restituire ai nativi, con l’unica preghiera che non venisse recintato. I nativi mesoamericani hanno però subito cintato il terreno concesso, quasi a voler rafforzare quel senso di alienazione e esclusione subito per anni. Uno sguardo rivolto alla società che non può non lasciare interrogativi: l’arte e la fotografia d’altronde, non sono strumenti per fornire spiegazioni, bensì per dare spunti, dubbi, interrogativi. L’immagine fa parte di un progetto più ampio, iniziato dall’artista nel 1995 e ancora in corso, che vuole essere un osservatorio composto di fotografie e testi sulla modificazione del paesaggio visto come la proiezione dei desideri della gente.

galindo
5) Regina Josè Galindo con il fermo immagine di una performance in cui l’artista guatemalteca, seduta per ore, veniva bagnata goccia dopo goccia dal sangue che colava da una sacca posta sopra di lei. Un’immagine forte che è diventata simbolo dello strazio, della sofferenza perpetrata, della persecuzione. Nello stesso progetto altre immagini e video di performance dell’artista, da sempre portatrice di un messaggio di recupero del rapporto simbiotico con la natura. Un lavoro quello della Galindo che ha ricevuto molti riconoscimenti all’interno di Miart e non.

6) Eugenio Miccini con “Basta un colpo”, un collage su carta che vuole essere uno strumento di denuncia della storia sia passata che attuale.

7) Lawrence Abu Hamdan con l’installazione “Tape Echo”, nato durante il soggiorno dell’artista al Cairo, una delle città più rumorose del pianeta. L’artista parte da una riflessione sull’inquinamento acustico che nelle città mediorientali è determinato anche dalla moschea che, nonostante sia un luogo di culto, diventa una specie di cassa di risonanza, con altoparlanti che emettono le parole del muezzin. L’artista giordano ha voluto quindi riportare uno spaccato di vita sociale musulmano a cavallo tra attualità e tradizione: le musicassette sono quelle che si trovano nei bazar con le preghiere preregistrate, ma sono le stesse cassette che i giovani utilizzano per registrare le più recenti radio hit.

 

premi2
La giuria del Premio Rotary Milano Brera , composta da Laura Cherubini, Christian Marinotti e Cristiana Perrella, ha deciso all’unanimità di conferire il premio a Francesco Jodice per What We Want con la seguente motivazione:
“L’opera è parte ed espressione di un complesso e articolato progetto che l’artista sviluppa già da alcuni anni, attraverso il quale tende a delineare l’atlante geopolitico di un mondo in perpetua trasformazione, evidenziandone i punti di criticità. Il lavoro di Jodice racconta le comunità e i loro luoghi attraverso un linguaggio essenziale e uno sguardo analitico, ma aperto a sempre ulteriori letture.”
Sul podio sono stati premiati anche i lavori della Galindo e, al terzo posto, di Alicja Kwade.

Articolo scritto da:
Francesca Grazioli

Francesca Grazioli

Nata a Milano nel 1985, nel 2011 consegue a pieni voti la laurea magistrale in Marketing e comunicazione d'impresa presso l'Università degli Studi di Milano. Giornalista pubblicista, dal 2014 è una tra i primi collaboratori di Arte Rivista.
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