Dalla fotografia al collage: i luoghi surreali di Francesca Sacco

Arte Rivista – Genova
Viaggiare, visitare luoghi, conoscere culture e affascinarsi. Questo è ciò che ci è mancato e di cui ci siamo privati durante il lockdown, non sapendo ancora con certezza quando potremo riprendere a vagare per il mondo, mossi dalla bellezza dei suoi luoghi.
Quando l’isolamento e gli spostamenti limitati ci stremavano, l’arte è venuta in aiuto nelle sue svariate sfaccettature. Arte per lavoro, per distrazione, sperimentazioni e innovazioni. Il mondo dell’arte si è fermato, ma non l’arte in sé. Anche per chi viaggiare è alla base del proprio lavoro artistico, non si è arreso e ha continuato in nuovi modi i propri lavori.
Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Francesca Sacco, artista italiana che ha fatto del collage la sua tecnica espressiva distintiva e che tramite i ritagli fotografici ricrea i ritratti più umani delle città, dove la prospettiva si annulla per esaltare la surrealtà dell’architettura.
“La quarantena è stato un periodo strano in cui siamo stati costretti a esercitare la mente per evadere dalle mura di casa -ci dice Francesca- Nel mio caso ho cercato di tenere sveglia la voglia di continuare a ‘viaggiare senza spostarsi’ che è quello che ormai faccio da un po’ di anni con i miei collage.” Ma questo periodo non è passato inosservato né agli occhi degli artisti né a quello degli italiani in generale, “Ho realizzato qualche collages mentre ero a casa -continua l’artista- uno tra tutti quello di Bergamo, città tristemente colpita dalla pandemia a cui ho voluto dedicare un pensiero positivo di rinascita.”
La passione di Francesca per la fotografia e per il cinema l’hanno indiscutibilmente portata a creare la sua identità artistica, dove la realtà surreale diventa una realtà narrante. Lei stessa ci dice, “Crescendo mi sono avvicinata alla fotografia e al cinema con l’idea di raccontare storie e dopo aver fatto qualche esperienza come direttore della fotografia ho capito che mi piaceva il fatto di creare il mondo giusto in cui mettere in scena un racconto… Proprio unendo le due esperienze nasce il collage, ovvero creare un set.”
Francesca nelle sue opere ricrea un non-luogo surreale, a volte galleggiante, altre fluttuante, ma che porta con sé l’influenza e l’amore di un luogo reale, “La mia città è la mia ispirazione. Architettonicamente e soprattutto per come si è sviluppata nel tempo, se la guardi dal mare ti sembrerà un collage di storia, architettura e colori ritagliati e incollati tra mare e monti. La verticalità di Genova mi ha portato al collage senza dubbio.”
Infine ci lascia dicendo, “Forse c’è una ricerca di casa anche in posti molto lontani. Può essere visto come un invito a sentirsi cittadini del mondo, indigeni anche in terre lontane.”
