29 dicembre 2015
CATEGORIA: Cinema

5 Motivi per cui Star Wars: Il Risveglio della Forza è il miglior film della saga

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Arte Rivista – In una galassia lontana lontana…

 

Se avessi trent’anni di più molto probabilmente non avrei potuto scrivere questo articolo. Faccio parte di quella generazione che ha scoperto quella galassia lontana lontana attraverso La Minaccia Fantasma, il primo film della trilogia dei prequel che ha spezzato il cuore a milioni e milioni di fan in tutto il mondo. Il Risveglio della Forza quindi è stato il primo film di Star Wars che ho potuto vivere pienamente all’uscita in sala, da appassionato di cinema e fanatico della saga. Questo inevitabilmente va a influenzare il mio giudizio, ma non è forse così anche per tutti coloro che hanno vissuto la trilogia originale nella loro gioventù e che oggi la innalzano su un sacro altare, un piedistallo irraggiungibile? Certo, l’impatto su Hollywood e sul mondo del cinema in generale che ha avuto Guerre Stellari nel 1977 è stato sconvolgente, ma se prendiamo i film singolarmente, credo che l’operato di J.J. Abrams & co abbia dell’incredibile. Con Il Risveglio della Forza, senza dubbio il film con l’aspettativa più alta di sempre, è riuscito a soddisfare il fandom più esigente della storia del cinema e a rilanciare con il botto una saga che sembrava rovinata per sempre.

Eccovi quindi i 5 motivi per cui Star Wars: Episodio VII è la pellicola meglio realizzata dell’intera saga:

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1. Un’eroina moderna

Non prendiamoci in giro, in un universo che è sempre stato dominato da uomini, la scelta di una protagonista al femminile, in un’industria così maschilista, è lodevole e coraggiosa. Ma il coraggio non basta. Abrams e Kasdan sono riusciti a dare vita al prototipo perfetto dell’eroina moderna: sicura di sé, abile nel combattimento e molto intelligente, fin da subito dimostra di non aver bisogno dell’aiuto di nessuno e ce lo dice più volte durante il film. Ma è allo stesso tempo emotiva e vulnerabile, un personaggio che non si può fare a meno di amare e con un passato misterioso alle spalle che le dà una marcia in più. E poi anche l’occhio vuole la sua parte!

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2. Un villain tridimensionle

Darth Vader è forse uno dei personaggi più iconici di sempre, ma quanto a spessore psicologico non ci siamo proprio, per non parlare poi del cattivone Palpatine. Io trovo che Kylo Ren, per quanto possa piacere o meno, sia una figura straordinaria. Lacerato da un conflitto interiore, respinge il richiamo della luce e cerca disperatamente l’oscurità. Ci viene presentato come una versione aggiornata del mito a cui si ispira, ma una volta tolta la maschera vediamo che è ancora un ragazzo, insicuro e capriccioso, frustrato dalla sua stessa inadeguatezza e alla ricerca di un ruolo nella vita. Ma la cosa veramente interessante è la possibile evoluzione che avrà nei prossimi capitoli, così come il suo passato tragico.

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3. I duelli con le spade laser

Anche se questo può sembrare un elemento di poca rilevanza, non credo vada sottovalutata l’importanza di questi duelli in una saga come quella di Star Wars. Quella che nella trilogia originale era un’idea geniale con una discreta realizzazione (in particolare negli scontri Luke/Vader), nei prequel viene (apparentemente) valorizzata con coreografie spettacolari ed effetti incredibili che le nuove tecnologie avevano agevolato. Non fraintendete, i nuovi duelli sono visivamente molto soddisfacenti, ma Il Risveglio della Forza, in parte tornando alle origini, li porta al livello successivo. Non ci troviamo di fronte solamente a scontri fisici, ma a veri e propri duelli psicologici, dove i contendenti vengono messi a nudo ed emergono le loro emozioni più profonde. La spada laser diventa l’incarnazione dell’io e della volontà e le abilità acrobatiche contano sempre meno. Sono duelli emozionali che fanno emozionare.

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4. Il casting e la recitazione

E’ noto come George Lucas non brilli particolarmente né nella scelta né nella gestione degli attori. J.J. Abrams è stato invece in grado di scoprire dei veri talenti ed è famoso per il rapporto di collaborazione e comunicazione che instaura con tutti sul set. Il risultato è un livello di recitazione che, a mio parere, supera di gran lunga qualsiasi altro capitolo della saga. Daisy Ridley (Rey) è eccezionale, Harrison Ford lo è sempre stato e di certo l’età non è d’impedimento, Adam Driver (Kylo Ren) è commovente, John Boyega (Finn) è perfetto, ma anche i personaggi secondari, come Lupita Nyong’o (Maz Kanata) in motion-capture o Oscar Isaac (Poe Dameron), ognuno nel suo piccolo, contribuiscono in maniera decisiva alla riuscita del film. Dannazione, persino BB-8 regala una performance degna di nota!

 

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5. La cura per i dettagli

Ok, il budget stellare di cui la trilogia originale non ha potuto usufruire e la presenza alle sue spalle di un intero universo, eredità di Lucas, lo hanno di certo facilitato, ma la passione e la conoscenza enciclopedica del mondo di Star Wars di J.J. Abrams rendono Il Risveglio della Forza il film con la maggiore attenzione per i dettagli dell’intera saga, già a partire dalla promozione e dal marketing. E questo non solo per la lunga lista di riferimenti e citazioni agli altri capitoli: è veramente difficile trovare dei buchi nella sceneggiatura, la realizzazione tecnica è sorprendente e impeccabile, e viene fatto di tutto per accontentare i fan. Quello che a molti è apparso un semplice reboot di Una Nuova Speranza, stupisce invece per le aggiunte e gli elementi originali, che rendono il film un ponte per una nuova entusiasmante generazione della saga più amata di sempre.

Articolo scritto da:
Simone Buzzi Reschini

Simone Buzzi Reschini

Nato a Varese, si laurea in Lettere Moderne a Milano e ora vive a Bologna dove frequenta la magistrale di Cinema, Televisione e Produzione multimediale. Appassionato ad arte di cinema, navigatore incallito e divoratore di serie TV.
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