8 gennaio 2016
CATEGORIA: Cinema

The Jinx – La vita e le morti di Robert Durst

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Negli ultimi anni è facile trovare in onda dei programmi che cercano di mostrare la verità, anche in Italia ci sono basta pensare ai servizi delle iene, Quarto Grado e/o Porta a Porta con Vespa e i suoi plastici, trattando sia di casi di cronaca nera ma anche di vita quotidiana.

Lo scorso Febbraio – Marzo e dal 2 dicembre fino mercoledì scorso, 6 gennaio, su Skytg24 sono andate in onda le sei puntate: “The Jinx: la vita e le morti di Robert Durst”.

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Il documentario è diretto e prodotto da Andrew Jarecki, che già in passato ha provato a raccontare la storia di Durst con Love & Secrets (All good things) film con protagonisti Ryan Gosling e Kirsten Dunst. Quello che cerca di fare il regista con questo film è raccontare una delle storie irrisolte più famose di cronaca nera americana, tentando di proporne una spiegazione, basandosi sui fatti di cronaca e collegando la scomparsa di Kathleen McCormack nel 1982, la moglie di Durst con le due morti, avvenute circa diciotto anni dopo, della migliore amica e del vicino di casa di Durst.

Durst, che ha assistito a una proiezione privata del film, ha chiamato il regista dicendogli che il film gli è piaciuto e che alcune parti lo hanno fatto piangere, ed era disposto a concedere a lui un’intervista su come si erano svolti i fatti.

The Jinx è una mini-serie documentario di sei episodi e attraverso ricostruzioni e interviste, Jarecky ha intervistato personalmente Durst a più riprese negli ultimi anni, assieme a decine di altre persone coinvolte nel caso, racconta di due casi di omicidio e una sparizione avvenuti diversi anni fa in cui Durst era stato coinvolto: gli omicidi sono quelli della sua amica Susan Berman e del proprio vicino di casa Morris Black, avvenuti rispettivamente nel 2000 e nel 2001, e la scomparsa è quella di sua moglie Kathleen, avvenuta nel 1982. Lo spettatore rimarrà scioccato vedendo questi sei episodi, soprattutto dalle rilevazioni di quello finale.

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Ma iniziamo dal principio: chi è Robert Durst?

Robert Durst è nato il 12 aprile 1943 in una famiglia di New York molto ricca: suo nonno Joseph Durst era stato un noto imprenditore edile di New York, e ancora oggi la Durst Organization possiede e gestisce undici grattacieli di Manhattan, fra le altre cose. Berenice Herstein, la madre di Robert Durst, era morta quando lui aveva sette anni a causa di una caduta dal tetto di casa (in The Jinx, Durst sostiene che si uccise). Durst si laureò in Economia a Leigh University, una prestigiosa università privata, nel 1965: ma non volle occuparsi degli affari di famiglia. Otto anni più tardi incontrò e sposò Kathleen McCormack, una ragazza di vent’anni che lavorava come igienista dentale: si trasferirono in Vermont e aprirono un negozio di alimentari.

Negli anni successivi Durst diventò sempre più violento e iniziò a picchiare sua moglie, che si trasferì a New York, dove iniziò gli studi di Medicina e assunse un avvocato divorzista, proponendo il divorzio a Durst.

La sera del 31 gennaio 1982, Kathleen McCormack andò a una festa a casa di una sua amica fuori New York: Durst raccontò di essere andato a prenderla e di averci litigato, e di averla poi accompagnata a prendere un treno per New York la sera del 31 gennaio. Nei giorni successivi McCormack non fu vista a lezione, ma Durst non avvisò la polizia della sua scomparsa se non alcuni giorni dopo, spiegando che capitava spesso che i due non si sentissero per giorni.

In diversi passaggi di The Jinx, Durst spiega di non avere avuto nulla a che fare con la scomparsa di sua moglie: ma è noto dai giornali che all’epoca Durst fornì alla polizia informazioni molto contraddittorie sulla sera della scomparsa di McCormack, evitò di informare gli investigatori dei loro problemi matrimoniali.

Nonostante ciò, Durst non fu mai incriminato per la scomparsa di sua moglie, cercò di evitare ogni contatto con la stampa, non ha mai rilasciato interviste, all’epoca aveva incaricato di fargli da portavoce a una sua amica scrittrice, Susan Berman.

Kathleen McCormack non venne mai ritrovata.

Nel 2000, dopo che venne a conoscenza che il procuratore generale Jeanine Pirro aveva intenzione di riaprire il caso sulla scomparsa di sua moglie, Durst scappò da New York e si trasferì a Galveston, in Texas, sotto falsa identità: si finse una donna muta, e rimase per mesi a Galveston.

In quel periodo riprese i contatti con l’amica Susan Berman, che gli rivelò di essere stata contattata dalla polizia riguardo alla scomparsa di McCormack e che aveva bisogno di un po’ di soldi. Berman fu ritrovata morta nel suo appartamento il 24 dicembre del 2000, uccisa da un colpo di pistola alla testa. La polizia riuscì a ricostruire che Durst in quei giorni si trovava in California, ma non riuscì mai a provare che fosse a Los Angeles.

Qualche mese dopo, il corpo del vicino di casa di Durst, Morris Black, venne ritrovato a pezzi in alcuni sacchi della spazzatura nel tratto di mare vicino Galveston. Durst fu immediatamente arrestato, pagò una cauzione di 300mila dollari e non si presentò alla successiva udienza. Fu arrestato diversi giorni dopo, in un supermercato di Bethlehem, in Pennsylvania, mentre cercava di rubare un panino al pollo.

Il processo che iniziò nel 2003, Durst ammise di aver ucciso Black e di averne disperso il corpo a pezzi, ma di averlo fatto per legittima difesa in seguito a una lite. Con sorpresa generale, i suoi avvocati riuscirono a convincere la giuria della versione di Durst, insistendo sul presunto accanimento del procuratore Jeanine Pirro nei suoi confronti. Durst fu dichiarato innocente riguardo all’accusa di aver ucciso Black, condannato per reati minori e nel 2005 uscì di prigione.

Durst fu accusato da decine di persone vicine alle vittime di aver commesso gli omicidi, dal 1994 fu anche allontanato dalla sua famiglia: ma in tutti questi anni non ha mai subito una condanna, e si è sempre dichiarato innocente.

Sabato 14 marzo a New Orleans, l’ormai 71enne, è stato arrestato con l’accusa di omicidio dalla polizia di Los Angeles, che recentemente ha riaperto l’indagine sulla morte di Berman e grazie anche alle dichiarazioni fatte nel documentario.

A rendere ancora più notevole il suo arresto di sabato, il giorno successivo è andata in onda come previsto l’ultima puntata, in cui viene mostrata una scena in cui Durst – che non sapeva di avere ancora addosso un microfono accesso – dice a se stesso: «Che cosa diavolo ho fatto? Li ho uccisi tutti, ovvio».

Articolo scritto da:
Martina Andrea Ponti

Martina Andrea Ponti

Nata a Milano il primo dell’anno del 1991. Dopo essersi laureata in Scienze Umanistiche della Comunicazione, dopo un anno di Specialistica in Scienze della Musica e dello Spettacolo, decide di cambiare tutto e trasferirsi a Torino per studiare Cinema e Media. Per Arte Rivista si occupa di cinema e fotografia.
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