The Art of the Brick di Nathan Sawaya

Arte Rivista – Milano
Nathan Sawaya, classe 1973, nasce avvocato nella città di New York ed evolve creativo, “perché i sogni si realizzano un mattoncino alla volta!”, ricorda la grafica all’inizio del percorso curato da Fabio Di Gioia.
L’artista ospitato alla Fabbrica del Vapore a Milano fino al 29 gennaio 2016 è un tipo strano ed infinitamente coraggioso, Nathan ha preferito i Lego alle scartoffie giuridiche. Egli crea ciò che immagina servendosi solo dei piccoli mattoncini e guidato dai tre colori primari. La mostra è stata giudicata dalla CNN una tra le dieci esibizioni più seguite, chiunque vorrebbe vedere un’opera di Klimt riprodotta in mattoncini Lego!
Riferendoci a Sawaya parliamo di un concetto di arte differente dalla concezione contemporanea, siamo di fronte ad un’espressione popolare, per nulla concettuale e per questo più fruibile da un pubblico se non più vasto, sicuramente differente.
Molti bambini girano per le sale stretti alla mano del papà, stupiti dal fatto che un oggetto così vicino al loro quotidiano sia degno di essere esposto e straniti dal fatto di non poterlo toccare.
Oltre alle riproduzioni di alcuni tra i masterpiece della storia dell’arte, Sawaya si dedica ad una ricerca più introspettiva, orientandosi sull’indagine delle relazioni tra gli uomini e degli spettri personali. Si apre qui la parte dedicata all’adulto che accompagna il figlio, il quale però continua a divertirsi perché anche il tema della perdita della persona amata è costruito da Nathan con i mattoncini colorati.
L’animo umano è scandagliato molto semplicemente dall’artista, si va dal sentimento che perdura, all’emozione che svanisce, all’uomo che cerca di esprimere se stesso ma è trattenuto da braccia invisibili, forze oscure e inconsce che lo ostacolano nel realizzare i propri sogni; ma è proprio il ritrovarsi in ogni opera, nel rintracciare negli uomini Lego la sofferenza e la gioia quotidiane che porta il visitatore ad apprezzare tutto questo.
Sebbene probabilmente siamo un po’ distanti dall’attribuire al corpus delle opere uno spessore artistico di alto livello, meritato è il premio per l’originalità
