12 gennaio 2017
CATEGORIA: Cinema

Segantini, ritorno alla natura. L’artista che ha incantato l’Europa nel documentario di Francesco Fei

«Ho chiesto al fiore il perché della bellezza di tutte le cose. E il fiore mi ha risposto profumando il mio spirito d’amore»

La vita, quella di un ragazzino orfano arrestato per vagabondaggio. L’amore, quello del pittore alle prime armi per la sua giovane modella. E l’arte, quella che ha incantato tutta l’Europa. Sono tante le chiavi di lettura a cui si presta Segantini, ritorno alla natura, docu-film del regista Francesco Fei, in sala il 17 e 18 gennaio. Un racconto delicato e purissimo, interpretato dall’attore Filippo Timi, e accompagnato dai commenti di Annie Paule Quinsac (critica d’arte), Gioconda Leykauf-Segantini (nipote dell’artista), Franco Marrocco (direttore dell’Accademia di Brera) e Romano Turrini (storico).

Scritto a sei mani da Francesco Fei, Federica Masin e Roberta Bonazza, e distribuito da Nexo Digital in collaborazione con Sky Arte HD e MYmovies.it, il film è un poetico invito a riscoprire l’arte di un pittore unico e a lasciarsi incantare dalla sua bellezza.

«Ho scoperto e amato fin da subito l’arte di Segantini visitando la Galleria d’Arte Moderna di Milano», spiega il regista. «Il suo messaggio è al tempo stesso classico ed estremamente contemporaneo. Anche la vita di Segantini possiede la medesima potenza, lo stesso fascino. Nato poverissimo, orfano a cinque anni, analfabeta, rinchiuso in un riformatorio a dieci anni, apolide per tutta la vita, riuscì, con la sua volontà e le sue capacità, a diventare uno dei pittori più importanti del simbolismo europeo. Inoltre con la sua compagna, Bice Bugatti, diede vita ad una storia bellissima d’amore. Come si legge nel piccolo cimitero di Maloja, dove riposano per sempre insieme: arte e amore vincono il tempo»

In Segantini, ritorno alla natura c’è tutto. C’è la vita ardentemente vissuta da un uomo singolare, eccentrico e solitario. C’è l’arte potentissima delle sue creazioni nelle quali entriamo trascinati dal regista, penetrando nei colori, nella tela e nella materialità dell’opera. Scavando così a fondo da riemergere nella natura, quella vera, dei luoghi vissuti dall’artista. E poi ci sono le parole di Segantini, la profondità e l’intelligenza dei sui scritti che caldamente ci accompagnano nel suo pensiero e ci rivelano la sua grandezza.

«Non lasciai mai oziare né la mente né il cuore, e da loro compresi il segreto della vita e dell’amore»

Articolo scritto da:
Alessio Scalzo

Alessio Scalzo

Cresciuto ad Agrigento, milanese dal 2009. Laureando in Lettere Moderne, esperto di editoria, dal 2015 attraverso Arte Rivista muove i suoi primi sicuri passi nel mondo dell'arte.
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