14 giugno 2016
CATEGORIA: Arte Italiana

Secondo dialogo tra capolavori: Mantegna e Carracci a Brera

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Arte Rivista – Milano

Dal 16 giugno al 25 settembre la Pinacoteca di Brera ospiterà un nuovo importante dialogo tra due capolavori della storia dell’arte. Infatti dopo il confronto dedicato ai due Sposalizi della Vergine di Raffaello e Perugino (che rimarrà visitabile ancora fino al 27 giugno) saranno visibili per la prima volta insieme Il Cristo morto di Andrea Mantegna, una delle opere simbolo della Pinacoteca milanese, e Il Cristo morto con gli strumenti della passione, versione dello stesso soggetto dipinta nel 1583-1585 da Annibale Carracci, in prestito dalla Staatsgalerie di Stoccarda. All’opera di Mantegna, oltre alla redazione di Carracci, sarà accostato il dipinto Compianto sul Cristo morto, realizzato da Orazio Borgianni nel 1615, in prestito dalla Galleria Spada di Roma.

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Emblema delle conoscenze prospettiche del Mantegna, Il Cristo morto, databile 1480 circa, ebbe una notevole fortuna visiva tra Cinquecento e Seicento, documentata da una serie prestigiosa di derivazioni: prendendo come esempio le altre due opere del dialogo il Carracci si caratterizza per il crudo realismo degli strumenti del martirio (vedi il chiodo ricurvo in primo piano), mentre l’opera del Borgianni assume tinte più caravaggesche.

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Durante la conferenza stampa tenutasi il 13 giugno presso la Pinacoteca di Brera, il direttore della stessa James Bradburne non manca di ricordare il percorso triennale di restauro che coinvolgerà l’intero complesso espositivo: «Quella che stiamo realizzando a Brera è una rivoluzione copernicana in cui al centro del nostro mondo c’è il visitatore e non l’istituzione. La conversazione fra Andrea Mantegna e Annibale Carracci porta avanti un altro aspetto di questa rivoluzione: creare “dialoghi” con i proprio capolavori, senza ricorrere alle grandi mostre autoreferenziali, che cannibalizzano l’attenzione dei visitatori per le collezioni permanenti del museo».

Un dialogo che, dopo il tema maestro-allievo del confronto tra Perugino e Raffaello, ha come fulcro l’identità stessa della Pinacoteca: «L’identità di Brera- continua Bradburne – è inscindibile dal suo passato napoleonico che è l’origine delle sue straordinarie collezioni basate principalmente sul patrimonio proveniente da due regioni italiane: Lombardia e Veneto. Un collegamento che è anche espresso nel rapporto dell’Accademia di Brera con l’Accademia delle Belle Arti di Venezia».

Articolo scritto da:
Giorgia Prina

Giorgia Prina

Laureanda in Lettere moderne a Milano, cerca sempre nuovi modi per viaggiare e per conoscere il mondo. Sogna un futuro con lo zaino in spalla e una penna in mano.
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