Raffaello, omaggio alle Scuderie di Roma
Arte Rivista – Roma
Della sua morte, tragica e improvvisa – e in qualche modo oggi così attuale dal momento che arrivò dopo pochi giorni di “febbri acutissime” – i contemporanei parlavano con disperazione e sconcerto. Nel fiore degli anni e nel pieno del suo successo, appena investito del compito di mettere ordine nell’urbanistica romana, il 37enne Raffaello lasciava un vuoto improvviso e lacerante nell’indaffarata Roma rinascimentale. E proprio dal suo letto di morte, dall’affollato corteo funebre di amici letterati e politici, e dalla quella tomba di marmi colorati che lui stesso aveva progettato per sé all’interno del Pantheon – ricostruita qui a grandezza naturale – prende avvio il percorso a ritroso della grande mostra che fino al 2 giugno presso le Scuerie del Quirinale di Roma renderà omaggio al genio urbinate nei 500 anni dalla morte.
In mostra un susseguirsi di capolavori, dalla celebre Fornarina al ritratto di Tommaso Inghirami, il cardinale strabico che Raffaello convinse facendolo posare con lo sguardo rivolto in alto, così da rendere quasi invisibile quell’evidentissimo difetto. Da Monaco è arrivato l’incanto della Madonna Tempi, da Madrid la dolcezza della Madonna della rosa, da Washington la Madonna d’Alba. “Mai così tante opere di Raffaello tutte insieme”, ha commentato Schmidt. Il percorso si chiude con il Raffaello giovinetto, l’autoritratto diventato icona del pittore.