21 dicembre 2015

Mark Zuckerberg: filantropo o calcolatore?

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Arte Rivista – Mondo

La notizia, di qualche settimana fa, è di quelle che fanno scalpore: Mark Zuckerberg e consorte, in concomitanza con la nascita della loro primogenita Maxima, hanno deciso di donare il 99% delle azioni Facebook alla Chan Zuckerberg Initiative, charity program da loro creato nel 2009.

E così i social sono impazziti: da ogni parte sono arrivati elogi per Zuckerberg e sua moglie, tutti si sono congratulati ed hanno esultato per la doppia buona novella, dalle celebrità come Arnold Schwartznegger, Melinda Gates, Martha Stewart e Shakira, fino ai più comuni fan di Zuck.

Ma sono bastati pochi giorni per vedere sorgere le prime perplessità riguardo all’operazione del fondatore di Facebook. Il primo forte dubbio riguarda l’utilizzo di questi fondi.

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Se infatti la Chan Zuckerberg Initiative si occupa di “sostenere le organizzazioni di tutto il mondo, a patto che esse siano dedite allo sviluppo di potenziale umano e alla promozione dell’uguaglianza negli ambiti della salute, dell’educazione, della ricerca scientifica e dell’energia”, la fondazione è anche una Limited Liability Company (Llc), una sorta di società privata, che può anche finanziare attività profit, e che, come specificato nel proprio statuto, si riserva la libertà di utilizzare i fondi ricevuti per l’acquisizione di spazi per interventi di carattere politico o per investimenti privati.

Questa Llc si trova inoltre nello stato del Delaware, una sorta di piccolo paradiso fiscale all’interno degli Stati Uniti, dove le società non pagano tasse, ma solo tributi per l’acquisizione ed il rinnovo della licenza.

Proprio la tassazione riguarda il secondo forte dubbio suscitato dalla donazione di Zuckerberg. Qualche tempo fa, il New York Times titolava “Americani, dovete donare!”, per via delle agevolazioni fiscali che si ricavano negli USA grazie alla donazione di azioni. Se Zuckerberg infatti avesse venduto più avanti queste azioni, avrebbe perso gran parte del patrimonio ricavabile dalla vendita delle stesse a causa della tassazione. Il modo migliore per massimizzare i privilegi fiscali è proprio quello di donare azioni, invece che denaro contante. In breve, grazie a quest’operazione, Zuckerberg potrebbe aver evitato di pagare tasse sulla quasi totalità del suo patrimonio derivante da Facebook.

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Di certo i precedenti del 31enne genio di White Plans non aiutano, come quando nel 2010 i fondi ricavati da una sua donazione e destinati alle scuole pubbliche di Newark furono utilizzati per interessi privati legati allo stesso Zuckerberg, il quale doveva rimediare alla cattiva pubblicità che seguì all’uscita del film “The Social Network”. Va tuttavia ricordato che nel 2013, secondo la classifica stilata dal Chronicle of Philanthropy, Mark e sua moglie Priscilla si sono aggiudicati il titolo di “più generosi d’America”, risollevando almeno in parte la loro immagine di filantropi dopo la brutta storia del 2010.

A questo punto non resta che aspettare per vedere cosa succederà, nel bene e nel male. La nostra speranza è che i fatti ci smentiscano, azzerando le nostre preoccupazioni e scacciando dalla nostra mente la sensazione che questa non sia stata una donazione a fin di bene, ma l’ennesima operazione ben riuscita di marketing.

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Articolo scritto da:
Giorgio Di Leo

Giorgio Di Leo

Classe 1992, nato e cresciuto (ahimè!) nella provincia di Milano. Studente ad un passo dalla laurea in Scienze Politiche. Aspirante giornalista e amante del calcio e del basket, non posso che stravedere per Federico Buffa.
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