Antonio Vicentini, chi?
Arte Rivista – Milano
Nel suo sito boobiesareawesome (il cui nome è tutto un programma) si descrive come un «Homo sapiens brasiliano concentrato su animazione, sketeboarding, tette e birra».
In realtà è anche qualcosa in più: animatore talentuoso e irriverente regista. Antonio ha già lavorato per BIC Italy, Band-aid, Coca-Cola, Ford, Google, Gloob, Intel Brasil, Microsoft, Netflix, Nintendo, Ovomaltine, Old Spice, Old Navy, Toyota, Kia e molti altri ancora!
Ha recentemente presentato al Milano Film Festival un corto dal nome A bried history of skaterboarding, che raccontava in modo ironico e originale la storia dello skate.
ArteRivista vi presenta Antonio Vicentini.
Antonio, già il nome del tuo sito rivela una delle tue passioni. Oltre le “tette” e lo skateboarding quali sono le altre?
Senz’altro l’animazione e il mondo del cinema. Sono cose che mi piacciono moltissimo.
Come mai hai deciso di fare un film sulla storia dello skateboarding?
Perché è la cosa che più mi ha influenzato nella mia crescita. La gran parte dei miei migliori amici sono skaters, e la gran parte delle cose che mi ispirano, graficamente parlando, provengono dall’industria dello skateboarding, dai suoi artisti e dal modo di vivere legato allo skate. È stato un umile tributo a un pezzo di legno con le ruote, che ha cambiato la mia vita.
Ti ricordi la prima volta in cui sei saltato su uno skate?
Non esattamente, ma mi ricordo la prima volta che ho visto uno skater impressionante, mentre sfrecciava per strada, facendo cose meravigliose come degli ollies o dei kickflips. Quella roba mi aveva stregato. Avevo quattordici anni quando, qualche mese dopo, ho deciso di farmi prestare da mio cugino uno skate: un nuovo universo era stato scoperto.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Ho in mente un corto in stop motion, che parlerà di depressione, burnout e droghe – un po’ quello che mi accade quando lavoro con le animazioni in stop motion. È una sofferenza lavorare con questa tecnica, ma il risultato finale è così bello ed affascinante! Devo provare a farlo, anche se so che il risultato potrebbe essere pessimo.
Oltre questo, cerco sempre di imparare nuove tecniche e di fare evolvere le mie abilità nel campo dell’animazine, del design e della regia.
Come sarà il prossimo lavoro di Antonio? Ancora non lo sappiamo, ma se continuerà su questa strada di sicuro non sarà affatto banale, magari sarà sfacciato, di sicuro molto originale.