18 dicembre 2015
CATEGORIA: Cinema

50 Anni di West and Soda: L’Opera di Bozzetto in Mostra a Torino

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Arte Rivista – Torino

In occasione del cinquantesimo compleanno di West and Soda, il Museo Nazionale del Cinema di Torino ha deciso di rendere omaggio al lungometraggio d’esordio di Bruno Bozzetto con un’esposizione temporanea inaugurata lo scorso 23 novembre e in allestimento fino al prossimo 3 maggio 2016.

La mostra, allestita nell’Aula del Tempio Chapelle dell’Animazione, sarà occasione per scoprire, e per molti riscoprire, l’opera di Bozzetto attraverso rari oggetti di produzione: da lucidi e sfondi scenografici, a riquadri dello storyboard schizzati a mano e ancora studi a matita, sagome in legno dei personaggi principali e alcune stampe di fumetti pubblicate all’epoca sul Corriere dei Piccoli.

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Ad accompagnare l’ampia oggettistica, una serie di fedelissime statuette (modellate in resina acrilica e dipinte a mano) realizzate per l’occasione dallo scultore Alessandro Zecca in omaggio alle figure storiche di West and Soda: da Johnny, a Clementina e ancora il Cattivissimo, Esmeralda, Ursus, lo Smilzo e Socrate.

Affiancano i materiali originali le più belle sequenze di West and Soda, recentemente restaurato in HD dallo Studio DVDlab di Roma e proiettato nella sua versione restaurata alla scorsa edizione del Torino Film Festival.

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Parodia ed omaggio al vecchio western classico, West and Soda esordì nel pieno dell’onda dello spaghetti western, risultandone tuttavia storiograficamente uno dei precursori assieme al caposaldo del genere Per un pugno di dollari di Sergio Leone (la produzione di West and Soda fu antecedente ma la distribuzione fu solo successiva per difficoltà tecniche riscontrate in fase di realizzazione).

In un villaggio del selvaggio West, un ricco e spietato proprietario terriero, il “Cattivissimo“, ambisce al fertile terreno della giovane Clementina, proprietaria di un piccolo ranch popolato da tre loquaci mucche e dal guardingo e ubriacone cane Socrate. Messa alle strette dal Cattivissimo e dai suoi scagnozzi Ursus e Smilzo (Slim), il provvidenziale arrivo del misterioso Johnny (le cui fattezze rimandano al cavaliere Shane Alan Ladd protagonista del western classico Il cavaliere della valle solitaria) giungerà in favore della donna e porterà ad un’ultima e lieta risoluzione degli eventi.

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Sulla spinta dell’amico e docente universitario Attilio Giovannini (qui alla sceneggiatura), Bozzetto decise di realizzare un lungometraggio di animazione dall’impronta western, un’opera senza precedenti per l’epoca (anche all’interno dello stesso scenario internazionale) contrassegnata dagli sfondi di Giovanni Mulazzani, le epiche e memorabili musiche di Giampiero Boneschi e chiaramente lo stile grafico dai tratti pubblicitari di Bozzetto (all’epoca ventisettenne reduce da una lunga militanza Carosello), quasi ignaro delle regole e del linguaggio tipici del medium cinematografico.

Un lungometraggio che grazie alle straordinarie ed immortali animazioni di Guido Manuli, all’impronta umoristica e citazionistica rispetto ai grandi classici del genere e il relativo spiccato cambio di registro risulta un’opera filmica tuttora contemporanea, indenne dal fluire del tempo, sempiterna ed immortale.

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Museo Nazionale del Cinema

Mole Antonelliana

23 novembre 2015 – (prorogata) 3 maggio 2016

(Chiuso il Martedì – non fate come i nostri redattori, potreste dover tornare n.d.r.)

Articolo scritto da:
Alex Zambernardi

Alex Zambernardi

Nato a Magenta nel lontano 1991, nel 2015, conclusa una triennale nell'ambito della comunicazione, sopraffatto dalla passione cinefila intraprende la laurea magistrale in Cinema e Media presso l’Università degli Studi di Torino. Su Arte Rivista si occuperà di raccontare il meraviglioso mondo della settima arte.
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