10 dicembre 2015
CATEGORIA: Oriente

Yue Minjun e la tragedia dell’umanesimo – Biografia d’artista

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Le “risate” di Yue Minjun e la tragedia dell’umanesimo. Tra arte e filosofia.

Yue Minjun è un artista cinese contemporaneo, che adesso vive a Pechino.

Nasce nel 1962 a Daqing, in Cina. Frequenta fin da piccolo la scuola d’arte e nel 1980 si diploma. Nel 1983 inizia a lavorare come elettricista. Visse la maggior parte della sua vita cambiando spesso residenza, poiché i suoi genitori si spostavano continuamente alla ricerca di lavoro. È stato influenzato dal realismo cinico in un periodo in cui la Cina volle dare un taglio al passato e trovare idee nuove.

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La risata di Yue Minjun è il prodotto pacifico dell’umanesimo occidentale e del panteismo tradizionale cinese. Le sue maschere piegate in una risata teatrale e sfrenata sono le gemelle di quelle dall’aspetto birbante dipinte da Fang Lijun, entrambi frutto della stessa cultura. Hanno molte differenze, ma alcuni tratti sono identici. Fang Lijun sottolinea la vita noiosa dei cinesi, mentre Yue Minjun sottolinea una vita vuota. Il primo mostra il loro cinismo, il secondo la loro stupidità. Che sia cinismo o stupidità, si può parlare in entrambi i casi di squilibrio dello spirito.

Il Times Magazine ha commentato l’autore dicendo che “descrive perfettamente il suo popolo“. Questa frase non ha propriamente un significato derogatorio. Anche Andy Warhol descriveva perfettamente il popolo americano; Yue Minjun, infatti, non ridicolizza i cinesi nei suoi ritratti, ma ne sottolinea piuttosto il reale atteggiamento e modo di pensare. È un atteggiamento che riguarda lo spirito e la vita delle singole persone, ma non parla di ideologismi politici o sociali. Come in Fang Lijun, dietro le maschere dalla risata sfrenata non c’è traccia del nichilismo occidentale, è un frutto puro raccolto dal suolo culturale della Cina contemporanea.

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La composizione culturale nella risata di Yue Minjun

Parlando dei lavori di Fan Lijun si comprende  che la crisi di valori con cui occidentali e cinesi devono fare i conti ha le stesse sembianze, ma la ragione che vi è dietro è profondamente diversa. La differenza sostanziale è che gli occidentali hanno una tradizione di credenze molto antica: un nichilismo dalle basi solide e quindi così ben definito. Le origini della teoria del vuoto propriamente cinese non hanno nulla in comune con le teorie occidentali, sebbene l’obiettivo finale comune punti alla ricerca del significato dei valori, e ciò visto anche le diverse condizioni storiche passate.

Per quanto riguarda la cultura cinese, anche se l’essenza del ‘teismo’ è sempre stata rappresentata in Confucio e nella scuola confuciana di Dong Zhongshu, negli ultimi secoli la Cina è stata contaminata dalla cultura laica assoggettandosi poco alla volta al panteismo o all’ateismo. Ma dal 4 Maggio in poi i nuovi progressi culturali prodotti dal dialogo tra Cina e Occidente hanno fatto si che si iniziasse a parlare di umanesimo. Nella cultura cinese moderna non è mai stato davvero effettuato uno studio approfondito della tradizione occidentale e della la vera fede cristiana. Il cinese contemporaneo dell’era della globalizzazione si è fermato a conoscere l’occidente fino al rinascimento e al primo umanesimo. Dall’incontro del panteismo cinese con l’umanesimo occidentale nasce un umanesimo ‘estremo’, che è molto più preciso di quello occidentale e più incline verso un ‘Io razionale’.

L’umanesimo occidentale è come un aquilone spezzato, quello cinese più moderno è come un aquilone senza fili. E i volti sorridenti di Yue Minjun sono il prodotto del contemporaneo umanesimo cinese, l’estremo umanesimo che nasce per riappacificare umanesimo occidentale e panteismo cinese. Il panteismo non dà alla gente un unico obiettivo finale, ma grazie alla teoria per cui “l’uomo è tutt’uno con la natura” sa spandere armonia tra gli uomini.

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Pensieri conclusivi dell’artista

I cinesi hanno perso già la capacità di pensare e discutere, diventando come dei noiosi pinguini. Chi perde la ragione ride a crepapelle. Yue Minjun crede che quando la gente ride non pensa, e se si pensasse di meno si sarebbe tutti più felici. Ecco perché tutti i personaggi nelle opere di Yue Minjun ridono a crepapelle, con gli occhi chiusi in strette fessure fino a non avere più nemmeno un solo pensiero, ecco perché non vogliono aprire gli occhi e guardare. Sono tutti autoritratti dell’anima dell’autore. La risata cieca e vuota si riconcilia col vuoto dell’anima, fino ad anestetizzare lo spirito, e creare una falsa felicità. Una felicità superficiale, o soltanto forse una deliziosa sensazione carnale, ma che manca di quella felicità che sa insinuarsi nell’anima.

Esattamente come i personaggi delle opere di Fang Lijun, non c’è una ragione nell’esistenza ma ancora e soltanto un vivere che annoia a morte: i personaggi delle opere di Yue Minjun non sono felici se non in apparenza.  Anche questo è un ritratto esatto del cinese contemporaneo: la ricchezza materiale ci regala una felicità superficiale, ma in realtà è vuota e ci svuota. Nella nostra situazione non riusciamo a trovare la vera fonte della felicità e sappiamo soltanto ridere stupidamente e vivere altrettanto banalmente. Non importa quante persone intelligenti ci siano al mondo, il nostro lato demente ci accomuna tutti. L’umanesimo ha portato la storia del mondo in un labirinto buio, ma quello estremo e ‘cinesizzato’ ha obliterato la nostra intelligenza istintiva. Sia occidentali che cinesi con l’umanesimo hanno perso la giusta direzione.

“Lo status della cultura è questo. Che sia occidente o oriente, le culture diverse si trovano tutte nello stesso baratro. Ogni giorno cerchiamo di migliorarci pensando che abbiamo capacità che ci condurranno fuori dal tunnel. Forse si, un giorno potremmo anche uscirne, ma per scoprire poi che in realtà’ siamo entrati in un altro labirinto. Cercheremo incessantemente una direzione che non potrà mai essere trovata.”  Parole di Yue Minjun.

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La risata contorta di Yue Minjun e la tragedia dell’umanesimo

Non è sbagliato dire che culture seppur diverse abbiano allo stesso modo perso la direzione giusta. Siamo arrivati all’era contemporanea e l’uomo è entrato in questo labirinto oscuro. Col rinascimento e l’umanesimo siamo andati verso una corrente che ha cambiato le basi spirituali della storia. Questo striscione tenuto alto dall’umanità è esattamente l’origine del degrado storico contemporaneo. La tragedia dell’umanesimo mostra che è l’umanità che ha abbandonato i valori  cambiando completamente la società, adottando atteggiamenti di etnocentrismo e antropocentrismo.

(…)La tragedia dell’umanesimo consiste in desideri irreali che diventano utopia a causa della spaccatura tra uomo e Dio. Lo scopo dell’umanesimo era la felicità, la libertà e la dignità dell’uomo, ma il risultato è stato tutto l’opposto di ciò. Il pilastro dell’umanesimo era la ragione umana, ma il risultato è stato estremamente irrazionale. Il punto cruciale di tutti i problemi della storia contemporanea vengono fuori dal duplice aspetto della dottrina dell’umanesimo, compreso la degenerazione dell’ uomo occidentale e il vacuità dell’ uomo orientale, e non ultima la perdita in arte e cultura. Quando l’umanità perde la bussola, quando ha solo le proprie coordinate per orientarsi, la giusta direzione si sarà persa per sempre.

La società contemporanea è una società  oppressa da modelli, è essa stessa cultura di idoli, in adorazione di un ‘Io’ che è uomo. Ma questo è un modello vuoto, perché non è capace di dare il significato reale della vita. L’artista crede che perdendo l’antica fede e non riuscendo a trovare una direzione per le nuove generazioni, tutto ciò ci conduce ad una vita noiosa e vuota. In realtà non c’è vecchio o nuovo, secondo i cinesi non si proprio è mai avuta fede(…).

Yue Minjun alla fine si rende conto che la cultura contemporanea è una sorta di fine del mondo della cultura, e questa civiltà sta per essere distrutta. 

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Fonte: Studio Internazionale d’Arte: Zhang Yi

Mostre 2000-2012

2012 YIRONGLIANGJIANG, Yang Zi modern Art Center, Chong Qing, China

2011 Yue Minjun: Road, Peisi, Beijing, China

2009 Archaeological discoveries of the year 3009, Daily Museum, Beijing, China

2007 Yue Minjun: Iconic Smile, Queens Museum of Art, NY, U.S.A.

2006 Rework Series, Enrico Navarra gallery, France

2004 Sculpture and Painting Exhibition, Shao Li Gallery, Hong Kong

2004 The Dream of Dragon, Ireland Modern Art Museum

2004 Shang Hai Art Show 2004, Shang Hai, China

2004 KuangChou Art Show 2004, Corea

2004 Dune Sculpture, Enrico Navarra gallery, France

2004 Han Yaxuan 20th Anniversary Show, Hong Kong Art Center

2004 Figure-China, Marseille Contemporary Art Museum, France

2003 Arts From China, Edwin Gallery & National Gallery in Jakarta, Indonesia

2003 Yue Minjun, Meile Gallery, Switzerland

2003 Irony in Beijing, Prüss & Ochs gallery, Berlin, German

2002 Bath in The Giggle, Soobin, Singapore

2002 Rework, Shi Fang Art Center, China

2000 The Red Sea, Chinese contemporary art gallery in London, UK


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Articolo scritto da:
Fulvia Gullo

Fulvia Gullo

Nata a Palermo nel 1989, città in cui adesso vive. Ha studiato la lingua e la cultura cinese presso le università Kore di Enna, di Torino e di Shanghai, con dissertazioni finali su temi di letteratura e arte. Ha lavorato sia in Italia che in Cina come interprete, traduttrice (italiano-cinese-inglese) e organizzatrice di eventi culturali e commerciali, tra cui l'ultima edizione della Tianjin Design Week. Adesso lavora a Palermo come traduttrice freelance, e mediatrice linguistica per una società commerciale. Su Arte Rivista si occuperà di raccontare gli artisti e le tendenze dall'estemo oriente.
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