L’utilità dei Golden Globes
Arte Rivista – Beverly Hills
Quasi tutte le cerimonie di premiazione di Hollywood possono essere definite come un’ostentato sfoggio di narcisismo, ma nessun’altra risponde a questa definizione quanto i Golden Globe Awards.
Questo spettacolo, che quest’anno ha visto il ritorno di Ricky Gervais come presentatore, va avanti da così tanti anni che ormai è dato per scontato, considerando che i Globe vengono assegnati da un fantomatico gruppo di persone, le quali si autoriconoscono l’autorità per premiare film e serie tv. Quando qualcuno vince un Oscar o un Emmy, viene celebrato direttamente da altri che appartengono alla stessa comunità di scrittori, registi, attori e artisti. Ma lo stesso non può dirsi per chi vince un Golden Globe.
Il gruppo che sta dietro ai Golden Globes è la Hollywood Foreign Press Association (Associazione della stampa estera di Hollywood), e se vi sembra un nome inventato, è perché in pratica lo è. La HFPA è stata creata dal nulla da un gruppetto di scrittori nel 1943 e subito ha iniziato a elargire premi come se fossero caramelle. Oggi l’associazione è formata da una novantina di persone (per fare un paragone, l’Academy che conferisce gli Oscar è composta da più di 7000 membri), con pochissima credibilità giornalistica o critica. La richiesta minima per rimanere membri attivi dell’associazione è di quattro articoli pubblicati all’anno. Un numero abbastanza ridicolo.
Negli ultimi 30 anni, il dover far finta che i Golden Globes abbiano credibilità, ha conferito alla cerimonia una sorta di chiassosa energia e certamente i fiumi di champagne che offre l’open bar garantiscono molte presenze. Celebrità mezze ubriache e discorsi di presentazione confusionari non sono solo uno spettacolo occasionale, sono parte dell’esperienza. Chi a un certo punto non vorrebbe un drink dopo tre ore a fingere di essere interessati a un premio inventato, presentato da un’associazione inventata, i cui membri (non ufficialmente) prendono tangenti dagli studios. La cosa è talmente spudorata e sotto gli occhi di tutti che persino Ricky Gervais vi ha fatto riferimento nel suo monologo d’apertura. Inoltre, l’atmosfera da party è senza dubbio amplificata dal fatto che la Hollywood Foreign Press Association ci tiene a nominare tutti, raddoppiando il numero di persone in lizza per i loro premi più importanti con la separazione delle categorie in film drammatici e musical o commedia (non lo sapevate che The Martian è un commedia?).
Quindi, per concludere, si direbbe che i Golden Globe siano abbastanza inutili. Non proprio.
Che sia perché aprono l’award season o per altri motivi, i Golden Globe sono ormai diventati estremamente influenti quando si parla di Oscar. E questo è particolarmente evidente per quello che riguarda le categorie della recitazione. I Globes hanno predetto i vincitori dell’Oscar per miglior attore, miglior attrice e miglior attore non protagonista per nove volte rispettivamente negli ultimi dieci anni. Lo stesso, anche se in minore quantità vale anche per il Miglior Film.
E in questo notevole trend risiede la vera utilità di questa cerimonia, nonostante l’assurda premessa su cui essa è costruita.