7 gennaio 2016

Libri distillati, i pro e i contro della nuova moda editoriale

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Arte Rivista – Milano

«Abbiamo ridotto le pagine, non il piacere»

Con queste parole d’ordine la casa editrice Centauria ha dato vita a una nuova serie di best seller della narrativa italiana e internazionale. La particolarità? Essere riproposti in versione “digest”, distillata. L’obbiettivo è quello di offrire ai lettori la possibilità di godersi le storie più avvincenti in meno della metà delle pagine dell’originale. A dicembre sono usciti in edicola i primi due romanzi di successo, Uomini che odiano le donne di Stieg Larsson, ridotto da 600 a 240 pagine, e Venuto al mondo di Margaret Mazzantini, che da 400 pagine è passato a 200. Nei prossimi mesi la “strizzatura” toccherà anche a opere quali Il Dio del fiume di Wilbur Smith, La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano, Le parole che non ti ho detto di Nicholas Sparks e Il socio di John Grisham.

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«L’idea alla base dei distillati – ci dice Giulio Lattanzi, ideatore e responsabile del progetto – è che esistono oggi molti lettori che pensano di non avere abbastanza tempo da dedicare alla lettura. Abbiamo quindi pensato di offrire loro, ma anche a chi è impegnato in viaggi in treno o in aereo, romanzi di successo ristretti per essere letti nel tempo di un film». Importante è ricordare che non si tratta di riassunti, ma di distillati: «Il processo di riduzione – continua Lattanzi –  è opera di un team editor di esperti, che lavorano sul testo originale per passaggi successivi. Gli autori hanno ovviamente acconsentito all’operazione ma non sono intervenuti nella distillazione».

Come previsto l’iniziativa ha prodotto una serie di reazioni contrastanti, dove le critiche si sono susseguite soprattutto sui social. Sulla pagina Facebook del progetto  non sono mancati i commenti che tacciano l’iniziativa di “anoressia culturale” e di scarso rispetto verso i lettori, “evidentemente poco stimati se occorre addirittura proporre loro un prodotto masticato da altri”. Della stessa idea sono stati anche blogger e redattori indignati, i quali sostengono che un grande libro non debba essere misurato sulla base dello spessore, ma dalla densità emotiva che riesce ad evocare: per loro un libro distillato non può che essere un tradimento dell’autorialità a beneficio di una pura esigenza di mercato. «Non stiamo parlando di microlibri di consultazione, come i Bignami, ma di romanzi mutilati, dimezzati e snaturati», ha detto il giornalista e scrittore Davide Mazzocco su Blogo.

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Ma la situazione è davvero così nera come ce la presenta quest’orda di lettori indignati sul web? Abbiamo chiesto un parere sulla questione a Roberto Cicala, professore di Editoria libraria multimediale all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano:

«La proposta in effetti può far storcere il naso – ci dice – ma come ogni prodotto di cucina editoriale conta come sia stato preparato e quale sia il target di riferimento. Tagli in editoria ci sono sempre stati: a partire dagli anni Venti, quando i primi libri della collana dei Gialli Mondadori venivano privati di divagazioni letterarie e approfondimenti psicologici per risultare più popolari, nonostante fossero scritti da autori importanti. Successivamente ci sono state anche altre proposte di riduzioni, soprattutto di articoli o saggi, a cominciare dalla fortunatissima rivista americana (stampata anche in Italia fino a qualche anno fa) “Selezione dal Reader’s Digest”. Il punto, in ogni caso, resta la differenza tra editoria e letteratura: occorre capire che cosa si intende per l’una e per l’altra. Soprattutto però conta il modo con cui si fa l’operazione redazionale: se il taglio, o antologizzazione, o distillazione che dir si voglia, lo facesse l’autore stesso (come è avvenuto per certe riduzioni scolastiche di opere presso Einaudi ), allora l’operazione avrebbe un significato e un valore non del tutto criticabile. Sarebbe quasi una sfida, ma sempre nell’idea di una “riduzione” letteraria. È giusto che l’editoria sia facile, ma ecco dove sta il discrimine: la vera letteratura non deve essere facile ad ogni costo».

Articolo scritto da:
Giorgia Prina

Giorgia Prina

Laureanda in Lettere moderne a Milano, cerca sempre nuovi modi per viaggiare e per conoscere il mondo. Sogna un futuro con lo zaino in spalla e una penna in mano.
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