Disneyland, a Parigi il vero divertimento è per gli adulti “smart”
Arte Rivista – Parigi
Il suo slogan lo definisce “Il posto più felice della Terra”. Ma questo, aggiungiamo noi, non vale solo per i piccoli visitatori di Disneyland Paris. Se nel 2014 sono passati per il castello rosa della Bella addormentata nel bosco (simbolo dell’ingresso al parco divertimenti più visitato d’Europa) ben 14,2 milioni di visitatori, è innegabile che tra questi ci fossero anche molti adulti. Ma come sta fronteggiando l’evoluzione tecnologica che coinvolge tutto il mondo? Eurodisney sta diventando una piccola smart city che gli adulti, “social” o meno, possono sfruttare al meglio per vivere una vacanza secondo le loro esigenze.
I passi che negli anni Disneyland ha fatto in questa direzione sono stati diversi. Tra i primi c’è il Baby Switch, dedicato a quei genitori che vogliono provare le attrazioni più adrenaliniche ma che hanno figli piccoli che non possono salire: a loro è permesso fare la corsa uno per volta ma in un’unica fila, in modo che mentre uno si diverte sull’attrazione l’altro si prende cura dei bambini, per poi darsi il cambio. C’è poi lo Shopping Service, attivo ogni giorno fino al pomeriggio, che permette di fare acquisti senza l’impiccio dei sacchetti: basta lasciarli alla boutique dove si sono effettuati gli acquisti e ritirarli in serata al Disney Store che si trova nel Village (la via dei negozi e ristoranti del Resort) o alla boutique dell’hotel in cui si soggiorna. In questo modo è molto più facile passare da un’attrazione all’altra.
I primi accenni di tecnologia sono arrivati nel 1999, con l’introduzione del Fastpass a Walt Disney World in Florida, successivamente importato anche a Parigi. Il Fastpass è un servizio che permette di saltare le code, o almeno una gran parte, in alcune delle attrazioni con maggiore affluenza. Per usufruirne basta scansionare il QR Code del biglietto d’ingresso ai distributori automatici che si trovano all’esterno delle attrazioni: si otterrà così un biglietto cartaceo che riporta la fascia oraria della corsa per evitare lunghe file. Ma attenzione: per potere ottenere un nuovo Fastpass devono trascorrere due ore dall’emissione del precedente ticket.
Non mancano poi i metodi a pagamento. Per esempio, alloggiando al Disneyland Hotel, l’albergo alle porte del Parco Disneyland (che è anche il più caro tra i sette del complesso), o nelle camere di categoria superiore si avrà un Fastpass Hotel, che permette di avere un voucher a persona e al giorno per un’attrazione a scelta tra quelle che erogano il servizio. Non può, però, essere utilizzato tra le 13 e le 16. Una piccola seccatura, dal momento che la fascia oraria tra le 12 e le 16 è solitamente quella più affollata. Ma non temete: se mettete mano al portafogli e alloggiate in una suite avrete addirittura il VIP Fastpass, che offre accesso illimitato a tutte le attrazioni dotate di ingresso Fastpass. Per avere questo lusso, dal 2009 non è più necessario aver prenotato una suite: basta pagare 60 Euro a persona e al giorno per avere il Premium Fastpass, che dà gli stessi vantaggi del VIP. Insomma, comfort sì, ma a che prezzo..
Meglio tornare ai trucchi gratuiti. Per cercare di ottimizzare i tempi e stare in attesa in modo intelligente ci sono anche le Extra Magic Hours (EMH), introdotte nel 2007: chiunque alloggi in un Hotel Disney può accedere al Parco Disneyland due ore prima dell’apertura al pubblico e usufruire di alcune tra le attrazioni più gettonate con pochissima attesa. In certi periodi dell’anno le EMH si svolgono ai Walt Disney Studios o, nei giorni di maggiore affluenza, in entrambi i Parchi. Ed è proprio agli Studios che queste due ore in più si sfruttano al meglio, perché qui le attrazioni aperte sono non solo le più affollate, ma anche le più adrenaliniche, molte delle quali non hanno il Fastpass.
Più recenti, dell’estate 2010, sono le file per Single Riders, per ora presenti solo in alcune attrazioni dei Walt Disney Studios. Questo tipo di fila offre due vantaggi: da un lato permette di sfruttare al meglio gli spazi, riempiendo i vagoni al massimo laddove ci sono dei posti vuoti, e dall’altro riduce rispetto alla coda normale le attese. La fila Single Riders è l’ideale per chi è solo, o è l’unico del gruppo a volere salire su un’attrazione, ma è ideale anche per più persone che decidono di fare la corsa da soli e risparmiare tempo e stress.
Il passo più importante verso l’evoluzione in smart city è stato fatto con l’aggiornamento, a ottobre 2015, dell’app ufficiale. Con la versione 2.0 e la sua mappa interattiva, si possono consultare gli orari di apertura dei due parchi e quelli degli spettacoli, verificare le attese per l’ingresso alle attrazioni ed esplorare i meandri del Resort, dai ristoranti fino alle toilette. Anche per permettere ai visitatori di sfruttare al meglio questa nuova applicazione, Disneyland Paris ha deciso di allargare, da ottobre 2016, il wi-fi gratuito, per ora presente solo negli hotel, anche nei due parchi.
Il parco parigino sarà il secondo ad avere la connessione wi-fi in tutto il Resort, dopo Walt Disney World a Orlando. Infatti né il Disneyland californiano di Anaheim, né i due parchi asiatici Tokyo Disneyland e Hong Kong Disneyland Resort sono dotati di wi-fi. Una strategia di marketing? Forse: Internet sarebbe una distrazione, dalla magia fiabesca ma soprattutto dagli acquisti.
Un po’ come la scelta di posizionare i negozi all’uscita delle attrazioni, quando l’adrenalina dei guest è al massimo. Insomma, la Disney è pur sempre una multinazionale che punta a massimizzare il profitto e, per farlo, ha saputo giocare con trucchi e agevolazioni. Gli stessi che, tuttavia, permettono anche ai grandi di divertirsi senza impazzire in mezzo al caos.